Molti bambini vivono la loro prima separazione dalla famiglia con l’arrivo alla scuola dell’infanzia. Altri, che già hanno frequentato l’asilo nido, devono invece affrontare un ulteriore cambiamento del contesto educativo. Talvolta anche i genitori vivono questo momento con ansia.
Il saluto rappresenta un momento delicato ed emozionante. Da una parte, il genitore potrebbe vivere sentimenti negativi di tristezza e preoccupazione, dall’altra il bambino si potrebbe sentire abbandonato, triste e spaventato. Gli stati emotivi di un genitore e di un figlio, in questo momento, potrebbero essere altamente compatibili.
In effetti, il momento della separazione può essere pieno di tensione, soprattutto se il bambino piange e si attacca disperato alla mamma come spesso accade. E’ importante preparare il bambino a ciò che lo aspetterà. Già nelle settimane precedenti la mamma dovrebbe raccontare al bambino come cambieranno le sue giornate, cosa accadrà e anticipare che starà del tempo con altri bambini senza vedere la mamma o il papà, che poi comunque torneranno a prenderlo.
I bambini imparano ad affrontare i cambiamenti.
Il vostro bambino
sta crescendo.
Siatene felici.
Se siete sereni
lo sarà anche
vostro figlio.
Nel nostro paese la Scuola dell’Infanzia è riuscita a costruirsi, nel tempo, una forte identità che sempre più le viene riconosciuta da parte della società. Luogo di apprendimento e socializzazione, è un ambiente in cui i bambini sviluppano le capacità di interazione con la realtà e costruiscono la loro autonomia: sappiamo che ogni bambino ha una propria storia personale, sono attivi, curiosi e interessati a conoscere e a capire, aperti alle relazioni sociali. Per agevolare il loro cammino formativo la scuola sostiene e potenzia alcuni aspetti fondamentali già presenti in questo ordine di scuola.
Le esperienze affettive sociali e cognitive ci aiutano ad affinare progressivamente le nostre capacità, di controllo delle emozioni, di sensibilità verso gli altri.
Intesa come obiettivo da conquistare progressivamente, ci coinvolge nelle abilità motorie e pratiche, nella maturazione della capacità di rapportarsi in modo personale e con cose, persone e situazioni; implica il rispetto delle scelte personali, della libertà di pensiero, delle possibilità di modificare e di considerare i diversi punti di vista.
Si costruiscono attraverso conoscenze e abilità, con i concetti e l’affinamento delle strategie.
COMPRENDETELO quando piange, con carezze e tenerezze trasmettetegli sicurezza.
PARLATEGLI IN MODO POSITIVO dell’esperienza che sta vivendo. Usate parole come “Siamo molto orgogliosi di te, andrà tutto bene, avrai molti nuovi amici…“.
PARLATE BENE DELLE DOCENTI con lui perchè “se la mamma ne parla bene io mi posso fidare“.
RASSICURATELO DEL VOSTRO AFFETTO e siate comprensivi delle sue emozioni. Ma aiutatelo anche a sdrammatizzare raccontando la vostra esperienza a scuola.
AL MOMENTO DI LASCIARLO salutatelo bene e siate decisi nell’andare via.
RIPETETEGLI SPESSO che la mamma o il papà torna sempre.
ARRIVATE IN ORARIO. I ritardatari possono fare più fatica a inserirsi nei giochi.
L’importante è che il bambino capisca che i genitori riconoscono e accettano le sue emozioni, ma sappia anche che danno fiducia
nelle sue capacità di affrontare la situazione in modo positivo.
NON PORTATELO A SCUOLA per poi riportarlo subito a casa se piange.
NON ENTRARE A SCUOLA COL BIMBO IN BRACCIO: per lui il passaggio dalle braccia della mamma a quelle dell’educatrice è più difficoltoso… quale bambino ha voglia di lasciare le braccia della mamma?
NON DITE BUGIE AL BAMBINO tipo: torno presto, vado a parcheggiare e vengo o cose del genere ma raccontategli sempre la verità.
NON TRASMETTETE ANSIA o timori al bimbo. Il piccolo legge le emozioni sulla faccia del genitore e le registra.
NON ALLONTANATEVI MAI DAL BAMBINO DI NASCOSTO, potrebbe interpretarlo come un abbandono.
NON SGRIDATELO se ricomincia a fare la pipì a letto.
NON FATEVI PRENDERE DALL’ANSIA se manifesta delle regressioni (incubi notturni, vomito, dipnea…)
Molti genitori sono contenti che il bimbo “entri ufficialmente a far parte della società”, ma vivono il primo periodo, quello dell’inserimento,
con un po’ di preoccupazione: il bambino si troverà bene? Piangerà? Soffrirà per il distacco?
Per la prima volta vostro figlio si trova a dipendere da una persona, la maestra, che lo tratta serenamente, ma senza preferenze, con affetto ma non con l’amore esclusivo dei genitori.
Aiutatelo con tatto e fermezza ad affrontare questa prova facendogli capire che essendo tanti bambini, non può pretendere di avere la maestra tutta per sè. Piano piano si ambienterà.
Evitare di presentare vostro figlio alla maestra, sia come un “Gianburrasca” da tenere d’occhio e da castigare (non è il modo più adatto per fargli accettare questa nuova realtà), sia come un bambino fragile e delicato, da tenere sotto una campana di vetro. Potrebbe risentirne o approfittarsene.
Se vostro figlio rivelerà
qualche difficoltà di inserimento,
la maestra ve lo dirà.
Non offendetevi
ma al contrario collaborate
con lei alla risoluzione dei problemi.